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Ad un gruppo di templari è affidata una missione suicida: affrontare ondate di Daemon mentre i loro compagni eseguono un potente rituale. Il luogo in questione è un tempio in rovina, dedicato ad una divinità ormai morta, ma con ancora del potere residuo sufficiente ad indebolire le bestie di Abbadon per qualche secondo.

Dopo un iniziale fase di esplorazione, dove i templari si dividono per esplorare la zona, questi vengono colti di sorpresa da un'agguato dei daemon schiavisti. Con ingegno, fede e forza bruta, la maggior parte di questi viene respinta, e i rimanenti vengono immediatamente avvolti da fiamme nere.

Il loro capo, un daemon della mutilazione, appare sulla scena grazie al sacrificio dei suoi sottoposti, quasi come se non potesse aspettare oltre, o si fosse stancato del mortale teatrino. Sfortunatamente, nel mezzo del suo discorso introduttivo da malvagio, viene bersagliato da molteplici magie di esilio, che lo rispediscono nel piano dal quale proveniva.

In seguito, si mormora che i templari abbiano affrontato anche non morti quali lich e demilich, ma non esistono prove a riguardo, e la storia si fa molto confusa.
Tuttavia il rituale dei loro compagni al piano inferiore riesce al sorgere dell' alba, ed escono dai sotterranei del tempio in rovina con l' oggetto necessario a vincere la guerra che stavano combattendo. Su cosa sia questo oggetto, tuttavia, non abbiamo ancora risposta: ulteriori scavi archeologici e traduzione di antiche pergamene magari porteranno, un giorno, a svelare questo segreto.