1. Characters

Khemed Lybomir

This character is dead.
Capitano dei Ialdhei Idam

Appearance

Pelle:
Bronzea.

Capelli:
Mori, molto lunghi.

Occhi:
Ambra, con striature più scure.

Altezza:
180cm.

Peso:
83kg.

Cicatrici (Significativi):
Grossa croce dalla guancia (sx) fino alla fronte (dx), passante per il ponte del naso.

Personality

Carattere:
Dall'ego grande, il giovane Capitano dei mercenari, era noto per la sua testa calda. La sua generosità, scaltrezza e la sua naturale capacità per gli affari, erano al contempo noti.
Per chi lo conosceva da vicino, la sua sicurezza e la sua voglia di vivere, erano un caldo raggio di sole anche nelle serate più buie.

Introduzione al personaggio:

Passato:

Nato sulle coste di Kofeh, ha vissuto i primi anni della sua vita assieme alla madre nella famiglia Ismavita dei Lybomir, spostandosi attorno alla città sui loro carri. Questo fin quando la madre, convinta di lasciarlo alla sicurezza del padre, un signorotto Vekariano, non parte assieme alla famiglia.

Abbandonato quindi anche dal padre, resta solo all'età di sette anni, non avendo ancora imparato la lingua del posto (Vekariano). Sopravvive rubando e raccogliendo quello che può per circa tre anni, fin quando non conosce il giovane Tarqua Zalad, arrivato in città per studiare magia. I due stringono velocemente amicizia in seguito ad una rissa con un gruppo di ragazzini, e diventano inseparabili.

Tarqua riesce a convincerlo ad entrare nelle grazie di un gruppo di mercenari che lo prende come tuttofare, in cambio di una stanza dove vivere. Così rubando quello che può con gli occhi e con il tempo libero, inizia ad imparare ad usare la spada, mentre il giovane moro gli insegna non solo la lingua parlata, ma anche a leggere e scrivere. Ha il vizio di rubare, sia cibo, che soldi, a volte anche solo per il semplice gusto di farlo.

Gli anni passano in fretta, e decide di allontanarsi dal gruppo di mercenari, soprattutto per via della loro partenza fuori città. Rimasto quindi in città, si supporta lavorando qui e là nel porto, fin quando a seguito di un greve lutto per Tarqua, decidono di partire verso sud-est.


Creazione degli Ialdhaei Idam:

Durante i suoi viaggi, arriva a Rakhesh, una piccola cittadina gemella con Sharak, lontane di qualche miglio. La cittadina sembra ricca sia di comunità che a livello economico, così sia lui che il moro, si sentono velocemente a casa, e vi si stabiliscono. Iniziano a fare qualche lavoretto, e presto vengono notati dal capo dei mercenari della gilda della città.

Dopo un breve colloquio, entrano a far parte della Gilda, ed assieme salgono i ranghi. Dopo qualche anno, in seguito alla pensione dell'ormai vecchio capo, viene nominato a sua volta come Capitano.

Così ne cambia nome e ne rivoluziona gli ordini di comando, guadagnandosi velocemente un nome in tutta la città ed in quelle circostanti.

Il nome Ialdhaei Idam, ossia Figli di Sangue in lingua comune, viene dato a causa dell'unità comune e della forte fratellanza che lega i membri della gilda, è anche risaputo che spesso i trovatelli e gli schiavi abbandonati vengano raccolti e accolti tra le mura della Casa.

Relazione con Tarqua:

La loro amicizia dura da tantissimi anni, e non c'è una cosa che l'uno non sa dell'altro, tra loro c'è piena fiducia. L'unica persona che può mettere in discussione un idea di Khemed è Tarqua, non per nulla è il suo secondo in comando.

Amano prendersi in giro, e capita spesso che facciano a botte in seguito a qualche litigata, spesso data dalla testa calda di Khemed, ma nonostante questo riescono sempre a finirla con una risata.

Tarqua lo chiamava amorevolmente Khemmy.

In seguito alla sua morte, Tarqua non è più riuscito a ridere allo stesso modo.

Relazione con gli Ialdhaei Idam:

Come capo è sempre attento ai bisogni dei suoi compagni, ed è sempre pronto ad aiutarli in caso di qualche problema personale. Ciò nonostante, non tollera asti tra di loro o stupide litigate che si mettano in mezzo al lavoro che devono compiere.

E' riconosciuto per la sua capacità di decidere anche nei momenti più critici, e per pretendere sempre la giusta paga per i suoi compagni.

Da loro è conosciuto come un fratello, pari agli altri nei momenti di calma, e come comandante assoluto durante un qualsiasi lavoro.