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Zodh

Eminenza del Dolore

Zodh è un Mezzifero che si è guadagnato il potere con l'arguzia, il sotterfugio e l'empatia.
Zodh è nato da una strega AmbradianNatalya "Sibilla" e un potente principe demone Isma' Hel nella seconda metà del quarto secolo del Regno Diaspro. Seppur non abbia mai visto gli Abissi se non alla sua nascita (il padre non gli ha mai concesso l'entrata ), ha conosciuto bene Aerlia e le sue genti, viaggiando con la strega in lungo e in largo. La madre tuttavia è stata portata via da altri affari e ha lasciato l'adolescente Zodh come agricoltore in una famiglia della casata degli Enkhtuya. 
Zodh è riuscito ben presto a farsi un'importante reputazione e a sventare diversi attacchi da altre casate, diventando sentinella, cavaliere, generale e re. Ma non era abbastanza, col suo largo acume sapeva che la gente di queste terre voleva riunirsi sotto un unico stendardo e mostrare al mondo una nazione unita (quando molte altre nazioni si erano già stabilite e l'impero diaspro iniziava la sua disgregazione 340-377), ma c'era un problema di carenza di magia e quindi di comunicazione in larghe distanze: sia la larga presenza di Sine Umbra, derivati dalla migrazione dei Figli nell'Epoca dei Grandi Imperi, sia i venti deboli e statici.
Zodh risolse la questione in due modi: lasciò i Sine Umbra a palazzo e portò in guerra tutti gli altri, conducendo i giovani soldati in diverse missioni quasi suicide e facendo fluire le loro emozioni in terribili prove, stremandoli per cercare di generare il Segno della Sventura. Poi decise di contattare Isma' Hel, cambiando la fede spiritica del suo popolo in quella del demone.

Riunendo tutte le casate delle terre delle Steppe di Narangel, Zodh creò il suo impero, ma ritornò Natalya "Sibilla" e si formò un'intenso conflitto, in cui partecipò anche Isma' Hel. In ogni caso, Zodh finì di perdere la stima di entrambi e venne ferito. La ferita che Natalya "Sibilla" gli inflisse e che Isma' Hel cercò di completare fu causata da una potente lama di metallo Bigralace, ovvero il metallo più affilato al mondo, ma Isma' Hel cercò di prendere la sua anima, inserendo la sua mano nella ferita e strappandola via per il suo reame abissale. La bizzarra incertezza del demone e la forza di Zodh permise a quest'ultimo di sopravvivere, ma la stregoneria che il demone ha lasciato nella ferita gli fa rivivere sempre le stesse sensazioni, ogni momento che passa, come se fosse sempre sull'argine della morte.

Da quel momento, si fece ancora più crudele, spietato ed egoista. Seppur Zodh ami conoscere i suoi popoli e sapere come questi vivono, usa questa grande sapienza solo per soggiogare al meglio i suoi sudditi e per trarre godimento dal loro dolore.
Zodh è probabilmente la creatura che soffre di più ad Aerlia, torturato per l'eternità da una magia che non riesce a estrarre perché risolvibile solo dalle mani di chi l'ha lanciato, il padre. Grazie a questo enorme dolore, Zodh è riuscito a sfruttare il potere che Isma' Hel gli ha inavvertitamente concesso per diventare simile a un semidio. Tuttavia, a differenza degli altri dei, Zodh ama Aerlia e non intende fuggirne per creare altri reami. Vuole conquistare ogni suo millimetro e condividere il suo dolore con tutti i suoi sudditi. E' questa la sua missione.


Dettami Zodditi

I sacerdoti di Zodh professano tutti i loro insegnamenti attorno al dolore. Zodh ha un'intensa rete di propaganda e strumenti di terrore per inculcare questi dettami a tutto il suo popolo. 
Attraverso i 5 Versi dell'Agonia, il Supplicante, ovvero il fedele, prega Zodh e sacrifica a lui una piccola ferita.

  • Il Dolore è l'unica via per la crescita, la guarigione e il progresso.
  • Il Dolore ci salva dalla morte, ci ricorda di essere vivi e non ci fa perdere nel buio.
  • Prometto al Grande Unificatore il mio dolore giornaliero. Che possa lavare lui le mie lacrime e farmi mordere con tenacia la sua eterna veste angelica.
  • Prometto agli Angeli Diplomati il mio impegno giornaliero alla legge del Grande Impero, al sacrificio e allo spargimento del sangue per la difesa del nostro popolo.
  • Ringrazio il Grande Unificatore per aver unito i tori delle antiche casate. Perché è così che sono nato e così che morirò. Sotto il suo eterno dolore e la sua eterna grazia.