Se Haìma è il vento della vita, Iremìa è il vento della morte. Il primo infatti scorre quando la Spira dell'Etere è vicino alla Spira dell'Icore, mentre il secondo scorre quando la Spira dell'Etere è più lontano da tutti e prende maggiore potenza. L'etere puro può distruggere anche un'anima.
Quando si fanno pieni di Virtù , ovvero quando si intensificano in forti correnti o in mulinelli, Haìma influenza l'emozione della sofferenza, mentre Iremìa quella della beatitudine. Nella vita c'è dolore, mentre nella morte la pace.
Gli illusionisti dei Tre Polsi usano il Placido per forgiare la finzione, ma un tempo lo manipolavano per lanciare potenti incantesimi letali. Seppur diverse leggi lo dovrebbero vietare, i maghi della Città Libera di Falcadia si sentono sempre superiori alla città stessa. E seppur la città sia famosa per le sue illusioni, il popolino non si sente mai a suo agio con un illusionista vicino, ricordandosi i massacri accaduti in tempo addietro.
Gli illusionisti dei Tre Polsi portano ancora la tradizione dell'elmo nell'uniforme, in ricordo della guerra. I più carichi di esperienza portano spesso protesi di legno, in sostituzione ai pericolosi incidenti con l'etere un po' più puro. Se mai dovesse accadere di nuovo, il legno è più raccomandato del metallo dato che attira di più l'etere, evitando di ferire il corpo circostante.