1. Timelines

Era della Grande Chiocciola

La storia della Genesi dello Spiraverso viene raccontata secondo la Corte Spinata. Tutte le storie antecedenti divennero parte delle tradizioni dei popoli, ma soppiantate rapidamente dalla verità risalita dall'espansione della religione. Queste verità vennero chiamate Sillabe, allegorie dei frammenti donati dalla Corte Spinata al popolo di Migdala.


Epoca di Nihil

La Grande Chiocciola, la prima Forza Primordiale, esisteva prima del Tempo nel fondale di un mare senza tregua e sempre in burrasca. Tuttavia, la Grande Chiocciola era solo una delle tante a coprire il fondale e non dovevano preoccuparsi della natura del loro essere. Le Chiocciole andavano avanti, verso l'infinito, poiché era sempre stato così.

I Nihil erano entità simili a lunghi ragni che abitavano infinite nella Tempesta, la Seconda Forza Primordiale, nel loro lungo silenzio e vuoto temporale, non potevano creare, né distruggere. Al loro tempo riflettevano eterei nella loro titanica saggezza. La loro esistenza misteriosa, la loro creazione inconcepibile.


  • Il Primo Sacrificio dei Nihil

    A un certo punto, le Chiocciole si trovarono davanti a un crepaccio, un abisso nero verso l'ignoto. Era il vuoto che avevano creato i Nihil.

    Nelle loro riflessioni senza tempo, i Nihil cercarono un modo per liberarsi dall'agonia e dalla prigionia in cui erano finiti da sempre e da nessun momento. I Nihil decisero di sacrificarsi, annullando la loro esistenza, e così crearono un vuoto nel fondale del mare, e un enorme albero dai lunghissimi rami, il Tempo, la Terza Forza Primordiale.

    Dal Primo Sacrificio, i Nihil rimasti percepirono il cambiamento, si ritirarono imprigionandosi nelle Tenebre di ghiaccio sopra la Tempesta, decidendo di sopravvivere a una futura era loro propizia aspettando che il resto della creazione si distruggesse. Decisero di allontanarsi nella parte più infinita della Tempesta, più lontani possibile dalla materia e tra loro, tranne Azathot, che si addormentò dentro il tronco del Tempo, poiché era l'unico a sapere dell'esistenza delle Chiocciole.

    Molte delle Chiocciole davanti al crepaccio si fermarono morendo e lasciando solo i loro gusci vuoti dietro di sè. Altre si abbandonarono al loro destino, scendendo nell'abisso. La Grande Chiocciola, tuttavia, decise di farsi prendere dal mare, e una corrente impetuosa la portò verso la superficie, dove vide per la prima volta il Tempo.

    Il Tempo aveva questo lungo ramo appoggiato poco sopra le onde, un albero così grande da non vederne il tronco e un ramo così lungo da non vederne la fine.
    La Grande Chiocciola, dal guscio spezzato dal lungo tragitto verso la superificie, si appoggiò al Tempo e iniziò la sua lunga scalinata verso il cielo. Ferita, si rese conto che ora era legata al Tempo e poteva solo che andare avanti, verso la fine del ramo.


  • L'Arrivo di Nu

    Sul ramo non era sola. Dal lontano tronco del Tempo era arrivata la Serpe, il Re della Quintessenza Nu, la Quarta Forza Primordiale. Cresciuta sul ramo del Tempo, ma mai nata lì, i suoi antenati erano alati e molto più grandi della Grande Chiocciola. Ora era rimasta solo un cucciolo, molto più piccola della Grande Chiocciola e fatta di metallo grezzo. La Serpe bloccò il passaggio alla Grande Chiocciola, ma presto vennero ad un accordo, poiché Nu cercava un rifugio dalla Tempesta, mentre lei aveva bisogno di protezione. Assieme, sarebbero arrivati alla fine del Tempo.

    La Serpe allora si arrampicò sulla Grande Chiocciola, ma la burrasca e la grandine della Tempesta la metteva in serio pericolo, quindi decise di nascondersi dentro la Chiocciola passando all'interno delle sue Cinque Ferite.


  • La Creazione dei Primi Petali

    Nel suo guscio la Serpe era protetta dalla tempesta, ma la Chiocciola continuava a far fatica a resistere al vento. Allora Nu colse un granello di grandine dalla tempesta e malleò la sua forma grezza per creare un Fiore dell'Etere dalle lunghe, quasi infinite radici. Appoggiò il Fiore sul Tempo attraverso una delle ferite della Grande Chiocciola. In questo modo, il Tempo iniziò a far crescere il Fiore dentro la Grande Chiocciola. Il Fiore crebbe i suoi petali uno a uno dividendo l'entropia e la sintropia grezza della tempesta.

    I primi Petali che Nu creò furono le Tenebre che scendevano come fumi di gelo nero dalle prigioni dei Nihil, da cui distillò la sua forma più pura: l'Etere dall'essenza mortale della Tempesta. Poi creò l'Acqua dai fluidi cangianti che poi si trasformano nel mare, l'Aria dalle nubi cantanti e il Fuoco dalle sue forze insaziabili.

    Grazie a questi petali, il Fiore soffiò dei nuovi Venti dentro tutta la Grande Chiocciola. E così Nu creò la Magia, e questa si espanse all'interno della Grande Chiocciola, all'interno di Migdala, il nome che Nu e le sue prossime Serpi diedero alla Chiocciola.

Epoca dei Dormienti

La Grande Chiocciola aveva fatto tanta strada, ma i pericoli non cessavano. La Tempesta, volontà dei Nihil, vedendo che non riusciva a far scuotere la Chiocciola per farla cadere nel mare dove doveva rimanere, decise di sacrificare sè stessa, calmandosi per la prima volta nell'eternità e sigillando i Nihil per sempre.

Dal suo sacrificio, nacquero i Dormienti, generati come uova dal cielo. Potevano volare, ma erano tutti diversi. Così unici che faticavano pure a riconoscersi tra fratelli. Volevano cercare un modo per prosperare, ma erano legati alla promessa della Tempesta, ovvero far cadere Migdala.

  • La Prigionia dei Dormienti

    Allora i Dormienti cercarono di distruggere la Grande Chiocciola che si arrampicava sul Tempo. La Grande Chiocciola era legata al Tempo tramite il Fiore dell'Etere, e per quanto la facevano vacillare, si sarebbe sempre ancorata alla sua corteccia tramite le sue forti radici, tuttavia le ferite che riceceva iniziavano a moltiplicarsi.
    Il Re della Quintessenza si difese quanto possibile, usando la Magia del suo Fiore, ma non era abbastanza poiché i Dormienti erano tanti, cinquanta volte cinquanta, e sempre tutti così diversi e difficili da comprendere.

    I Dormienti, spinti dal desiderio di moltiplicarsi e coprire completamente il mare e il Tempo, si allontanarono da Nu. Nel loro conflitto con la Serpe avevano gli artigli coperti del sangue del nemico e lo manipolarono con le forze ereditate dalla Tempesta, creando l'Icore. Proprio quando l'Icore stava per essere utilizzata, Nu aveva sacrificato la pelle di metallo e i suoi occhi per generare i figli Bestemoth e Kuyutha. Questi, capaci di volare, rubarono l'Icore e la portarono al Fiore dell'Etere.

    Allora i Dormienti li inseguirono, ma Nu aveva riflettuto del piano e aveva creato un Uovo di Tenebre con la Magia del suo Fiore, ispirandosi alle uova dei Dormienti divorate sul ramo del Tempo. Nu lo pose sul Tempo e attese l'arrivo dei Dormienti. Le entità alate desideravano prendere da loro parte l'Uovo, essendo la loro natura una creativa e non distruttiva, ma quando lo toccarono rimasero congelati dal Gelo e accecati dalle Tenebre, invischiandosi in un unico corpo molteplice.

    Sapendo che i Dormienti avrebbero trovato un modo per salvarsi fuori dalla Magia del loro Fiore, la Serpe pose l'Uovo all'interno della Grande Chiocciola, sigillandolo in uno dei Petali più oscuri, e il primo mai creato, la Spira delle Tenebre.

  • La Creazione degli Ultimi Petali

    Con l'arrivo dell'Icore si era creato uno squilibrio nelle forze: erano stati creati sei elementi e la Legge della Quintessenza imponeva nuovi equilibri. Allora Bestemoth e Kuyutha, unendosi, generarono la Terra dalla polvere della pesante grandine e dall'unione di Tenebre e Fuoco, creando le prime Spire Divine intorno al Fiore dell'Etere all'interno di Migdala.

    Poi, Bestemoth generò da solo la vita di nuovi Serpi, le Potestà chiamate Draghi, loro servi, grazie al favore dell'Icore: fatti di Fulgore (icore con aria), di Splendore (icore con fuoco), di Cristallo( icore con terra) e di Sangue (icore con acqua).

    Kuyutha, invece, si dedicò all'Etere, generando un'altra coda di Spire Divine e stirpi di Draghi: Sale (etere con acqua), Vuoto (etere con aria), Cinigia (etere con terra), Mercurio (etere con fuoco).

    Infine, fu il Re della Quintessenza a finire i Petali Alchemici, generando le armi e gli artigli con cui i Draghi si sarebbero difesi: il Ferro (cristallo con sangue), il Rame (cristallo con fulgore), il Piombo (cristallo con etere), l'Argento (cristallo con tenebre) e l'Oro (cristallo con splendore).

    Tuttavia, non tutti i Dormienti furono avvinghiati nella prigionia della Serpe. Tra i Dormienti che crearono l'Icore c'era Ragnarra e Astra' Hir, due entità che fuggirono dall'inganno di Nu assieme ai loro sottoposti. Molti di loro si spostarono al capezzale di Azathot, come Nirvatothep, servendo il suo volere idiota che sosteneva il Tempo e tutto ciò che esisteva.

    Ragnarra era la guardiana dell’Icore e fu così avvolta dall'odio e dalla rabbia al furto che perse gli occhi nello scontro. Cieca, Ragnarra è tra i pochi Dormienti non sigillati nel ghiaccio eterno e sogna nei recessi della Tempesta, qualche volta avvicinandosi a Migdala per tentare di riprendersi ciò che è suo e rischiando di spezzare il Ramo del Tempo, creando un'Alba.

    Astra' Hir, invece di confrontarsi con la volenza del Re della Quintessenza e dei suoi figli, decise di aspettare il momento giusto per colpire, nei confini delle Tenebre a contatto con i Nihil. Iniziò a odiare Ragnarra per la sua stupidità nell'essersi ferita contro le Potenze Ladre.

Epoca di Nu

Col passare degli eoni, Migdala sembrava farsi stanca dalle ferite e dal lungo tragitto, ma il Re della Quintessenza non volette curare le sue sventure con la magia, ma aspettare che fosse così stanca da avvinghiarla a sè e prendere comando sul suo corpo flaccido ed esausto. Così Nu divenne Re di Migdala e iniziò la sua lunga morte, condividendo il dolore della Chiocciola con sè stesso.

Bestemoth e Kuyutha generarono tra loro cinque figli, iniziando la Stirpe Nidiata - Incarnazioni di Nu, coloro che nidiano a Migdala: Iztara Nidiata protettrice del Tempo, Ixtabo Nidiata protettrice della divisione, Mitra Nidiata protettrice delle strade nelle Spire, Yesar Nidiata protettrice dell'armonia e delle Leggi di Migdala, e Zeabor, Nidiata protettrice del Fiore dell'Etere.

Con l'inizio della "morte" del Re della Quintessenza Nu, inizia l'Epoca di Nu.

  • La Morte di Migdala

    Bestemoth e Kuyutha, pur essendo nati entrambi per proteggere Migdala e difendere il Fiore dell'Etere, si scontrarono per una visione radicalmente diversa sul come governare il corpo ormai stanco della Chiocciola. Durante le battaglie contro i Dormienti, il sangue degli avversari si mescolò all'Icore rubato dai due figli, imbevendo entrambi di un’energia contaminata. Questa sostanza li spinse in una direzione imprevista e iniziò a generare in entrambi pensieri discordanti, come se la Tempesta avesse piantato in loro un seme di discordia.

    -- Bestemoth vide il corpo ferito della Grande Chiocciola come una creatura che doveva rigenerarsi attraverso la sofferenza. Voleva usare l’Icore per rafforzare Migdala contro qualsiasi minaccia esterna, immolando anche parti di sé se necessario, a differenza di Nu, che prese subito dominio della debolezza della Chiocciola senza darle la possibilità di guarire.

    -- Kuyutha, invece, considerava la Grande Chiocciola come una creatura da sottomettere completamente, da distruggere e sostituire, anche per sopprimere ogni imperfezione e ferita. Vedeva nel dominio di Nu un atto egoista, un continuamento delle sofferenze della Chiocciola e un pericolo per il suo futuro.

    I due Figli decisero di agire verso loro padre in modi diversi, ma il loro scontro non fece altro che indebolire Migdala fino a ucciderla, dividendo il suo corpo flaccido in progenie chiamate Titani. E così Kuyutha vinse e Nu prese completamente possesso del guscio di Migdala. Tra i due figli nacque una terribile discordia e furono le prime anime ad essere sconvolte dall'opposizione della Legge dell'Antitesi.

  • La Violazione di Ragnarra

    Bestemoth voleva generare nuovi figli, proprio come aveva realizzato con la sorella Kuyutha, quindi si avvicinò alla Guardiana Cieca Ragnarra, con cui riuscì ad avere una comunicazione onirica e trarre gli amari segreti del cosmo che li precedevano.

    Bestemoth non riuscì a convincere la Guardiana Sognante ad avere dei figli, quindi se li prese a forza, ingannandola. La Dormiente, priva dei suoi più grandi poteri, portò in grembo migliaia di nuove Potenze, dal sangue da Nihil e dal sangue alato di Bestemoth, ma molte nacquero morte, carcasse divine dalle molteplici e grottesche forme che ricordavano le lunghe gambe dei Nihil rinchiusi nelle Tenebre. Solo cinque di loro furono partoriti vivi, la stirpe di Nihil: Himex, Kiyot, Blhulhu, Huxuco e Zena.

  • La Guerra dei Figli

    La sorella di Bestemoth, Kuyutha, cercò invece di avere dei figli da un consorte perfetto: sé stessa. Chiese al giovane figlio Ixtabo di dividerla in due, facendo promettere la sua segretezza in confronto degli altri figli. Chiese poi al suo più grande servo, il Drago Basemeth di sorvegliarlo.
    Ixtabo non disse mai una parola, fu proprio il neonato consorte Dumurtha, nella sua grande ingenuità, a narrare al cosmo come era nato. Sfortunatamente fu Ixtabo a ricevere la punizione di Basemeth, a cui strappò la lingua. I figli di Kuyutha, una volta saputa l'origine del suo consorte, si separarono dall'Ala d'Ombra e la ostracizzarono nelle Spire più lontane di Migdala.

    Con Dumurtha, Kuyutha riuscì a generare un solo figlio: Ulricar, ma era nato morto, poiché durante la gestazione, Zeabor per gelosia e odio verso la madre, aveva sostituito l'Icore nel suo sangue con Terra. Kuyutha allora catturò le bestie vaganti della Stirpe dei Titani generata dalla carcassa flaccida di Migdala per unirla a suo figlio, e così nacque il primo Titano.
    Ulricar aveva sia Icore che Terra nel corpo, una potenza Irremovibile, forte e potente, così grande da riuscire ad opporsi anche a Bestemoth. E così che Kuyutha mandò Ulricar a distruggere il suo arcinemico e fratello, ma lui era protetto dai suoi nuovi figli.

    Ulricar ferì e indebolì Huxuco, Blhulhu e Xilonen, ma Kiyot e Himex resistettero contro la forza dell’enorme Titano, con Zena sotto la loro protezione. Quando sembrava che Ulricar mostrasse finalmente una debolezza, Himex decise di tradire la sua famiglia, poiché voleva distruggere suo padre, violentatore di Ragnarra, tanto quanto Kuyutha. Grazie a questo tradimento, Ulricar si avvicinò a Bestemoth e gli staccò la coda, gettandola fuori Migdala. Ulricar aveva quindi la possibilità di finirlo, ma venne tutto fermato da un sacrificio. Dumurtha si distrusse completamente per fermare la guerra, come avevano fatto i Nihil eoni addietro, trafiggendo il cosmo dai suoi mille frammenti. Dumurtha era la parte di Kuyutha in preda alla disperazione e al terrore, era nato solo per il suo seme e aveva visto solo distruzione nella sua breve vita.
    Ulricar, il più vicino al sacrificio, venne ferito e impalato per l’eternità in agonia, ma così venne ferita anche l'Icore che Bestemoth proteggeva con la vita, dispergendola per tutta Migdala. In quel attimo, grazie alle prime fonti di Icore, il Primo Titano riuscì a generare i suoi figli: Zulfedar, Trymdar, Grishadar e Skaradar. Poi, non si mosse più e rimase così per l’eternità, osservando la creazione evolversi attorno alla sua prigionia.

    I frammenti di Dumurtha ferirono molte altre Potenze e sotto la debole saggezza di Nu, ci fu una Grande Tregua, ma le Stirpi erano divise e abbandonate a sè stesse, in attesa di altri conflitti.

  • L'Inganno dei Flautisti

    Il Re della Quintessenza passò eoni a pensare a una soluzione all’odio tra le sue discendenze.

    Cercò pure la saggezza dei Nihil, ma non vide mai un futuro brillante nei loro sogni. Allora decise di allontanare tutto ciò che non era una Potenza dal cosmo. Con l’aiuto di Iztara e Mitra, si assicurò che i Dormienti rimasero nelle Tenebre eterne, ma i pochi sopravvissuti alla prigionia erano fuggiti via. Alcuni, come Astra' Hir, si erano ritirati così vicino alle Tenebre dei Nihil, da sembrare quasi invisibili, molti si erano avvicinati ad Azathot, il Nihil Idiota, e avevano iniziato a riempirlo di elogi, ossequi e lodi, cercando di svegliarlo per distruggere Nu e le Potenze Ladre. Nirvatothep, più astuto degli altri, si fece loro capo.

    Nu non riuscì ad allontanare Azathot perché nel suo eterno sogno dava sostegno alle radici del Tempo stesso. Per assicurarsi che non venga svegliato o utilizzato da qualche suo discendente, scelse le migliori essenze degli eserciti di Iztara e Mitra, una parte della stirpe del Drago Obliato, e organizzò una trappola crudele. I Draghi ingannarono i Dormienti al capezzale di Az con una forma simile a uno di loro, grazie a un'ala della Ragnarra violata, strappata via dal figlio Bestemoth per il padre. I Draghi scelti portarono i Dormienti via dalla Potenza idiota e li ingannarono ad accecarsi come era successo con Ragnarra.

    Nirvatothep però non cadde nell'inganno perché riconobbe l'ala strappata della Dormiente, cercò di convincere gli altri Dormienti a non seguire il falso fratello, ma capì che erano diventati sciocchi come il Nihil che tentavano di venerare. Allora, Nirvatothep si allontanò da loro, lasciandoli al loro destino. Questi non potevano essere imprigionati nella Spira delle Tenebre come i primi Dormienti, quindi Nu decise che venissero lasciati liberi, senza potere e senza occhi. Questi rimasero attratti dalla luce dell'Icore come falene alle fiamme di una candela, quindi si appoggiarono al ramo del Tempo, dall'altra parte del percorso che Migdala percorre. Quando ormai Nu divenne solo un essere bisbigliante, Nirvatothep giunse tra loro fingendosi cieco, cercando di vendicarsi sulle Potenze Ladre e servire il volere Idiota e ambizioso di Azathot.

    I Draghi Obliati portarono gli Occhi dei Dormienti accecati a Nu, ma secondo il volere del Re della Quintessenza, dovevano creare Venti Flauti dal sangue dei Dormienti e avvicinarsi ad Azathot, rimanendo con lui per sempre. I Draghi si divisero per questo, poiché significava fuggire per sempre dai loro Padri e Madri, ritirarsi in un reame estraneo e sconosciuto per l'eternità. Molti di loro decisero di rimanere a Migdala, ma Nu non accettava i primi ribelli nelle sue forze. Disse ai Draghi che chi voleva rimanere a Migdala l'avrebbe servito per sempre al suo Trono Bisbigliante. Chi rimase fu ingannato dalle sue parole, i Draghi Obliati fedeli al piano trucidarono i ribelli e con i loro corpi formarono il palazzo intorno al Trono, la fortezza di Nu.

    Ai pochissimi che si dimostrarono più combattivi tra i ribelli venne donato un posto migliore: potevano mantenere il loro corpo, ma sarebbero stati legati per sempre al Palazzo come difensori e guardiani di Nu e non avrebbero mai avuto la gioia di vedere Nu o i loro simili, nella solitudine di un palazzo fatto con i loro fratelli. Questo legame poteva essere solo spezzato se avessero deciso di diventare Flautisti. Alcuni, ai tempi dei mortali, decisero di fuggire in questo modo.

    I Draghi Flautisti suonano ancora intorno al Nihil Idiota con i loro flauti blasfemi, il loro compito è assopirlo in modo che nessuno possa sfruttare il suo potere e svegliarlo, distruggendo l'Albero del Tempo.

    Nu, soddisfatto di aver tolto ogni pretendente e nemico al suo trono, e aver anche domato i primi ribelli tra le forze divine, si sedette su quest’ultimo e rimase lì per sempre, le sue ultime energie rimaste solo per sussurrare e bisbigliare segreti. Il Re tenne gli Occhi dei Dormienti sotto al suo Trono Bisbigliante, e il palazzo difeso dagli Obliati ribelli e dai suoi corpi.

  • La Seduta di Nu

    La Creazione delle Stelle

    Durante la Seduta di Nu al suo Trono, Mitra cercò ogni frammento di Dumurtha che era stato sparso nel cosmo e diede loro nuova forma. Li trasformò nelle Prime Stelle, e sentendosi in dovere di guidare i draghi puniti da Nu, diede a ciascuno di loro una Stella con cui illuminare Migdala dal Trono Bisbigliante.

    Lo Scuoiamento di Ixtabo

    Ixtabo, prima della sua punizione, aveva il potere di dividere le essenze, ma ora era in un strano stato, la sua Antitesi, Dumurtha, era stata distrutta e fu il primo a conoscere l'illuminazione della Legge dell'Antitesi. Durante la Seduta di Nu attese, rimanendo affianco alla Sorella dell’Intreccio Iztara, proteggendola da Kuyutha. Nel suo periodo di riflessione nella Spira dell'Etere, il dio della divisione sacrificò la sua pelle per generare la figlia Xen Baal, per questo Fratello Ruggine viene spesso anche chiamato Lo Scuoiato.

    L'Intreccio della Tela

    Iztara era la primogenita tra le Potenze Alate, e aveva ereditato l’essenza più grande del Multiverso: il Tempo, da proteggere e custodire. Nelle sue mani era una forma grezza e bizzarra, non più di un potere sconosciuto. Il Tempo, sotto forma del ramo in cui la carcassa vuota di Migdala si trascinava avanti, dava potere alla Chiocciola e chi ci abitava. Le azioni delle Potenze erano trasformate in Passato, e attraverso il Fiore dell'Etere, veniva passato al ramo del Tempo. Il Tempo a sua volta donava quindi Etere Grezzo ai Petali Alchemici e questi lo trasformavono in Venti della Magia. Ogni Potenza poteva manipolare i Venti a loro volontà, ma in questo caos l'esistenza delle Potenze e di Migdala stessa era in pericolo, ridotta a un continuo mutamento. Ogni volta che le Potenze agivano in modo significativo all'interno di Migdala, la Magia poteva trasformarsi in Etere Incarnato e questo veniva assimilato dalla carcassa di Migdala per poter andare avanti, quindi da Nu. Pian piano, il potere di Nu necessitava sempre più Etere Incarnato per andare avanti, per questo Iztara trasformò la Legge dell'Antitesi con l'arrivo dei mortali, per permettere loro di spostare Migdala ed evitare che questa si fermi.
    Tuttavia il caos incontrollabile della Magia dei Petali dilagava, e Iztara, conosciuto il significato del Tempo, decise di controllare meglio il Passato che veniva passato al Tempo. In questo modo avrebbe potuto manovrare il tempo stesso di Migdala, permettendo di controllare meglio anche il frutto del Fiore: la magia che si disperdeva dai Petali.

    Intrecciò un’enorme Tela, chiamata Tela del Destino. Una tela infinita posta nella Spira dell'Etere, tra la radice che si collegava al Tempo e gli altri Petali Alchemici
    Iztara lavora alla Tela così che Migdala continui ad avanzare, ma qualche volta si concede delle pause, permettendo alla carcassa di rallentare e la magia fluire con caos in Migdala. Questo influenza solo in minima parte le Potenze di Migdala. Alcuni Petali, come il Petalo Pallido e il Petalo Nero, vengono influenzati diversamente dalla Tela, dato che sono più vicini alla radice e separati dagli altri Petali, sono "strozzati e piegati". Dentro di loro l'Etere Grezzo portato dal Tempo rimane stagnante, portando ad accumularsi senza legge come nel Petalo Pallido oppure a marcire pericolosamente con nel Petalo Nero. Anche le Spire Divine, per un mortale, possiedono un Tempo diverso, come nel Velo, il tempo è ciclico, il Passato ritorna presente in una ruota che continua a girare.
    Grazie alla Tela del Destino, Iztara intreccia continuamente il presente, e quindi il Passato. Il futuro viene intrecciato solo come predizioni che vede attraverso la corteccia del Tempo sotto di lei. Con queste predizioni, la dea vide anche dei misteriosi totem nel legno del Tempo. I Totem erano Incarnazioni del Tempo, sopite come sculture, decorazioni nella corteccia del Tempo. Iztara decise di risvegliarle per proteggere la Tela del Destino e il ramo del Tempo stesso, ma essendo completamente erratiche, successivamente li sostituirà con la Stirpe delle Icone ai tempi dei mortali.

    Nell'intreccio della tela, Zeabor, protettore del Fiore dell'Etere, vide l'intreccio della Tela come una sfida contro il suo potere, un insulto al puro caos che generava all'interno di Migdala, ma invece di confrontare la sorella direttamente, decise di agire di astuzia, fingendosi interessato alla sua creazione e insistendo ad aiutare Iztara. Zeabor quindi non agì direttamente sulla Tela, ma prese una parte di essa scartata dalla sorella e non buttata e lo appoggiò dove la Magia iniziava a scorrere attraverso i Petali Alchemici. Così il dio dell'Etere manipolò ogni Magia che attraversava quel passaggio, e quindi iniziò a manipolare ciò che gli Dei potevano realizzare nelle loro Spire.

    Mitra si era avvicinato a Iztara da quando lavorarono insieme per Nu e con lei ebbe dei figli, prima che la Tela consumasse tutto il tempo rimasto alla moglie (in ordine): Al'Rhadann, Uran e Isimud.

    L'Incisione della Legge di Yesar

    Infine rimase Yesar, che aveva trovato nella tregua di Nu la sua forza maggiore: la Pace. Aveva capito il suo significato, portare la pace che Nu cercava sempre di ottenere. Yesar rimase con il Re della Quintessenza più tempo di tutti gli altri Alati e tutt’ora va da lui ogni millennio, per cercare consiglio nei suoi bisbigli.

    Yesar viaggiò molto a Migdala per capire il significato dell'odio e della Legge dell'Antitesi. Capì che le incarnazioni opposte generano sempre conflitto secondo i principi dello Spiraverso e così lo sarà sempre, ma come sovrano della pace doveva assicurarsi la rinascita dopo il conflitto. Poteva incidere qualcosa nella Legge solo cercando la fonte dell'origine di tutto: il mare del Nihil, quindi si separò da Migdala e si tuffò nel mare, scoprendo l'origine di ogni cosa e la conoscenza del vuoto. Dal fondale portò alla luce l'Artiglio del Nulla e grazie a questo manufatto sia esistente che inesisnte, completò la Legge dell'Antitesi, imponendo che "Da ogni Antitesi nasce qualcosa di più forte". Tutto questo gli costò molto: il mare del Nihil lo trasformò in una Piccola Chiocciola, dividendo i suoi poteri e impendendo che lui incise altre Leggi e portasse la pace definitiva ai mondi di Migdala. Grazie al suo nuovo potere, l'Artiglio del Nulla, nel suo reame, la Grande Catarsi, la Legge dell'Antitesi non può agire.

    Dopo il gigantesco sforzo, Yesar si addormentò sul Ramo del Tempo vicino a Migdala. Il dio fu presto sabotato da un Dormiente, un lupo in mezzo alle pecore cieche dei Dormienti puniti da Nu: Nirvatothep. I suoi desideri riuscirono a farsi strada nell’Alato quando questo sognava. I sogni erano inquieti premonizioni di guerre e passione, la forza contraria di Yesar. Al suo giaciglio arrivò in aiuto Ixtabo, che riuscì a svegliarlo dalla febbre solo dopo cinque secoli. Il soccorritore divise i suoi incubi dall’essenza dell’Alato per condensarla in un unico corpo. Questo incubo venne partorito come la Potenza Hanthor, figlio di Yesar.

    Yesar cercò sempre di crescere Hanthor come vero figlio suo, ma le due Potenze sono fatte per dividersi. Hanthor ama la passione, la furia, la guerra, la rabbia e l’amore, tutto ciò che brucia, infiamma e sanguina, mentre a Yesar piace la calma, la tranquillità, il riposo, la pace e la serenità. Hanthor non si è mai visto un errore, anche se il suo parto è stato casuale e non voluto, il padre non l’ha mai dimenticato.
    La nuova Potenza si scelse la sua strada, andando prima a conoscere Nirvatothep, con cui entrò in guerra (come fece con molte entità) e quasi lo distrusse, buttandolo giù dal Ramo del Tempo. Solo più avanti Nirvatothep ritornerà tra i Dormienti, poiché Hanthor non aveva considerato di allontanare anche gli altri innocenti Dormienti che lo proteggevano.

Epoca di Bestemoth


Epoca di Zeabor

Con il Re della Quintessenza e Bestemoth bisbiglianti e farneticanti nella loro lunga morte, uno tra gli dei si mise a comando di Migdala. Fu Zeabor, dio della magia, a farsi nuova Corona, avendo dalla sua parte il potere dei Venti della Magia, aveva con sé anche parte della magia che gli Dei portavano con sè per manipolare le loro Spire, grazie al suo occulto segreto nell'intreccio della tela di Iztara. Quando si rivelò agli dei, titani e potenze di Migdala, rivelò anche il suo segreto, stringendo la corda della magia che legava ogni Potenza.  

Non tutte le Potenze accettarono il nuovo Re Zeabor, tra queste la sua Antitesi: la Sventura della Conoscenza, Rashaim' Ptah. La Potenza demoniaca iniziò a tramare contro il dio con tutte le sue forze, cercando alleati per la sua sconfitta.

L'Epoca mitologica che vede Zeabor a comando, anche se in prigionia, viene chiamata Epoca di Zeabor.